giovedì 11 novembre 2010

Vertice sulla biodiversità di Nagoya

(dal sito www.wwf.it)

Per la difesa della natura questo è un momento storico: i Governi riuniti a Nagoya per la decima Conferenza della Parti (COP10) sulla Convenzione per laDiversità Biologica (CBD) hanno varato il Piano di azione globale per la biodiversità: 10 anni per salvare la biodiversità sul pianeta con un Piano d’azione condiviso al livello globale.

I delegati che hanno partecipato alla 10ma Conferenza delle Parti sulla Biodiversità (COP10), riuniti dal 18 ottobre a Nagoya, sono riusciti finalmente a superare lo scoglio del regolamento ABS ,sull'accesso e la condivisione dei benefici derivati dalle risorse genetiche (Access and Benefit Sharing Protocol) che era in stallo da 18 anni da quando la Convenzione è stata firmata.

Il Protocollo di Nagoya/ABS (così si chiamerà) è un risultato storico e consentirà che l’immenso valore delle risorse genetiche venga finalmente condiviso fra popoli e nazioni. Inoltre i governi hanno condiviso l’obiettivo di arrestare il sovrasfruttamento delle risorse marine e di proteggere il 10% delle aree marine costiere e le aree “high seas”.

E su questo ultimo punto il commento del WWF: “Pur riconoscendo il grande progresso fatto su questo obiettivo il WWF sottolinea tuttavia che per adesso l’accordo riguarda solo la metà di quanto avevano chiesto gli scienziati per assicurare la conservazione di questi fondamentali biomi”.

Il nuovo Piano d’Azione per la biodiversità individua anche l’obiettivo di proteggere il 17% degli habitat terrestri che è un incremento modesto dell’attuale 10% ma pur sempre uno slancio in avanti perchè riguarda tutto il pianeta e da realizzarsi in un arco di tempo piuttosto breve (10 anni).

I governi hanno anche raggiunto un accordo per modificare i sussidi perversi (es pesca, agricoltura, trasformazione del territorio). Un‘ultima e non meno importante decisione, chiesta a gran voce e più volte anche dal WWF anche in occasione del lancio dell’ultimo Living Planet Report, il nuovo accordo chiede ai paesi di garantire che il valore della biodiversità venga integrata nelle contabilità nazionali. “Si tratta di un elemento strategico e nuovo nell’approccio alla difesa della natura, un segnale politico importantissimo che metterà in moto un nuovo approccio alla finanza globale" – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia.

Mentre il Giappone si è impegnato mettendo a disposizione fondi significativi, il resto dei paesi sviluppati non è stato in grado di mettere sul piatto altrettante risorse immediatamente disponibili. Tuttavia i governi hanno condiviso l’obiettivo di identificare i finanziamenti necessari al Piano strategico entro il 2012 , soldi "freschi" vitali e fondamentali per mettere mano immediatamente alla perdita di biodiversità nel mondo.

“Mentre sono stati fatti significativi progressi su molti fronti bisogna ancora lavora per mobilitare le risorse necessarie per aiutare i paesi in via di sviluppo per raggiungere il loro obiettivo. Ci ha rattristato vedere come alcuni paesi tra i più ricchi siano arrivati a Nagoya a mani vuote, incapaci o poco disponibili a mettere in gioco le proprie risorse capaci di rendere possibile per i paesi in via di sviluppo di raggiungere obiettivi impegnativi. I paesi lasciano Nagoya comunque con una nuova strada condivisa su come salvare la vita sul pianeta” – ha concluso Leape - Adesso è fondamentale che velocemente traducano queste premesse in azioni concrete. Speriamo che nei prossimi mesi anche l’Italia lavori per individuare le risorse necessarie a contribuire agli obiettivi che sono indicati nel piano globale e in quello nazionale."

martedì 5 ottobre 2010

La Geoteca di Carpegna

La Geoteca di Carpegna, consiste in una collezione di rocce, fossili e minerali rinvenuti prevalentemente nel territorio di Carpegna e dintorni. Questo piccolo museo è ricavato da una antica stalla del giardino “Mezzanotte”, recentemente restaurata. All’interno, a supporto della collezione, vi sono presenti dipinti che illustrano artisticamente l’origine delle litologie e le principali emergenze geologiche.
I minerali, le rocce e i fossili esposti nella Geoteca, documentano la ricchezza  geologica  di questo territorio. Questa “geodiversità" è legata al fatto che ci troviamo in un contesto geologico peculiare a scala regionale: in quest'area si incontrano e si accavvallano la Successione Umbro-marchigano-romagnola e la Coltre della Val Marecchia. Si tratta di due grandi complessi litologici, di età in parte differente, depositatesi in bacini sedimentari del tutto diversi e originariamente localizzati a notevole distanza l’uno dall’altro.
I campioni sono esposti in base alla loro origine e caratteristiche e sono corredati da  testi didattici  realizzati con un linguaggio corretto dal punto di vista scientifico e allo stesso tempo comprensibile ai non esperti.

venerdì 24 settembre 2010

Biodiversità: la frutta antica

Comunemente quando si parla di minaccia alla biodiversità si fa riferimento alle specie selvatiche ma non tutti sanno che  anche numerose varietà agricole rischiano di scomparire per sempre.
Nel corso della storia, l’uomo ha “addomesticato” numerose specie utilizzando la loro variabilità genetica per selezionare varietà adatte alle diverse situazioni ambientali, creando i cosiddetti ecotipi.
Negli ultimi decenni per via della grande meccanizzazione dell’agricoltura e dell’ introduzione di nuove varietà dettate dal mercato, si è assistito ad un drastico calo di variabilità genetica e di conseguenza molte antiche varietà sono state irrimediabilmente perdute.
Con la scomparsa delle cultivar locali si perde irrimediabilmente non soltanto un ricco patrimonio genetico utile per il futuro ma anche un mondo di sapori, di conoscenze e di tradizioni tramandato da generazione in generazione.
Le antiche varietà di frutta hanno particolari caratteristiche organolettiche e nutrizionali, nonché una maggior resistenza alle diverse patologie, che le rende particolarmente adatte all’agricoltura biologica.
La  valorizzazione delle antiche cultivar comporta inanzi tutto la conservazione delle varietà a rischio di erosione genetica, attraverso per esempio la realizzazione di campi catalogo, quindi la loro riscoperta in cucina, la diffusione in mercati di nicchia e in attività agrituristiche. Da considerare inoltre che le antiche varietà costituiscono una riserva di germoplasma utile per la produzione di nuove varietà in grado di rispondere ai cambiamenti ambientali sempre in continua evoluzione.
Un esempio di campo catalogo è l’"Antico frutteto",  realizzato di recente (2009) a Carpegna valorizzando un terreno pubblico all’interno del centro abitato. Vi sono state messe a dimora 65 varietà di alberi da frutto e 9 varietà di viti, tutte reperite nel Montefeltro.
Io e Antonio Santini stiamo lavorando per la realizzazione del libro "Gli antichi frutti del Montefeltro e dell'Appennino Centrale", in questi anni abbiamo infatti ritrovato e in parte recuperato numerose varietà antiche.





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